Mario Luzi
Mario Luzi, docente di Letteratura francese (Università degli Studi di Firenze), poeta; drammaturgo; critico letterario, d’arte e cinematografico; saggista; traduttore; senatore a vita. Membro del Comitato dei Garanti della 2ª Conferenza Internazionale sul Restauro e delle successive Conferenze internazionali. E’ stato uno dei fondatori della rivista informaCritica. Poeta civile nel solco dei classici latini e italiani, da Orazio a Lucrezio, da Dante a Leopardi. Altro solco importante quello francese da Montaigne e Pascal a Mauriac e Teilhard de Chardin. Per Luzi: “la poesia è sempre poesia civile, è di per sè un fatto civico e, naturalmente, di civiltà” Per vari decenni ha rappresentato la poesia italiana al livello più alto, anche nella sua produzione teatrale. Attento ai beni culturali e all’arte figurativa presente nella sua produzione critica e creativa con Giotto, Simone Martini, Pontormo, Perugino, Braque, Matisse, Rosai, Morandi, De Chirico, Carrà, Venturino Venturi, Chagall, Böcklin.
Citiamo un brano su Luzi di Enzo D’Angelo, dalla rivista informaCritica 2005: « Senza Mario Luzi tutte le “Conferenze internazionali” prima sul Restauro, poi “sulla Conservazione e il restauro” e “sulla Preservazione” avrebbero avuto un paradigma variamente limitato. Che dire di Luzi in questa serie di ricerche ed eventi? Una discreta presenza, attiva e generosa anche dietro le quinte, con indicazioni e suggerimenti puntuali. Un delicato vigore che dall’ascolto paziente poi lascia emergere le sue certezze etiche e la sua mobilitazione, affilata e inesorabile, di fronte ai problemi sociali, alle ingiustizie, all’incuria dei beni comuni, agli scempi. Gli interventi senza relazione per dare impulso a una sessione o per manifestare un problema, come impegno civico verso i beni culturali e i diritti della memoria prima ancora che come prossimità amichevole. Il poeta, e senza enfasi direi nazionale, che dice di non essere un maître à penser. Ma il cui insegnamento è sottile, si insinua anzitutto in forma lirica nella memoria, e affiora anche negli interventi pubblici, nelle ricche conversazioni informali, nella fertile quotidianità discreta del suo studio. Un commentatore asistematico con acute visioni del potere, delle situazioni, degli uomini. Quel suo scrivere, parlando, pagine perfette con il divenire di una essenza ricorrente che si manifesta variamente ma impeccabile nelle certezza come nel dubbio. Chi potrebbe dire che non sia un maestro? E dunque di cosa? Maestro del sentire, di quel sentire coscienziale che precede il pensiero e lo determina.»