Jean-François-Lyotard
Jean-François Lyotard, docente all’Università di Paris-Vincennes e altre università americane, filosofo, sociologo. Direttore del Collège international de philosophie (Ciph) a Parigi. Membro del Comitato dei garanti della 2ª Conferenza Internazionale sul Restauro e delle successive Conferenze Internazionali. Uno dei filosofi francesi più noti negli ultimi decenni. Nella sua visione interdisciplinare ricorrono temi classici della filosofia come epistemologia, estetica e politica; temi relativi alla comunicazione e all’arte (teoria della letteratura e dell’arte, cinema, città, paesaggio); temi relativi alla condizione dell’uomo, alla storia e alla memoria. Nel 1979 con il libro “La Condition postmoderne: rapport sur le savoir”, ( “La condizione postmoderna. Rapporto sul sapere.” 1981) ha aperto nella cultura occidentale un dibattito di lunga durata sul postmoderno, che già si manifestava in architettura e nell’arte, in un ambito filosofico con riflessioni critiche su quelle che chiama “grandi narrazioni” delegittimate, con riferimento esplicito all’illuminismo, all’idealismo, al marxismo e al cristianesimo, che si dissolvono nella postmodernità. Il postmodernismo è alternativo al modernismo e alla sua razionalità, non vede la storia come depositaria di senso univoco, mette in discussione lo storicismo e i grandi valori. L’attenzione di Lyotard si concentra su grandi temi come la conoscenza e il sapere che non cercano più la verità ma la utilità. Vede la verità soggetta a giochi linguistici tra le persone, così è varia e mutevole e, come la realtà, è relazionale. Spiega come il sapere diventa merce, legittimato dal potere non interessato alla verità ma alla sua performatività ovvero la utilità, come accade pure per la scienza. In una realtà molteplice, conflittuale e frammentaria non vede possibili le sintesi del passato e valorizza il frammento. Nell’arte, in alternativa alla rappresentazione, propone la ricerca del non conosciuto e non visibile, prende atto del processo di ibridazione degli stili esistenti e guarda all’azione, come quella teatrale.
da Atti della 2ª Conferenza Internazionale sul Restauro, 1996