Sergio Prati
Sergio Prati, documentarista, scrittore, docente di lettere.
“Quando mi capita di pensare a Sergio Prati, penso d’acchito al coetaneo Gesualdo Bufalino, un grande scrittore che non inseguì la notorietà fin quando Leonardo Sciascia ed Elvira Sellerio non lo svelarono a 61 anni. Una simile riservatezza, uno stile desueto da gentleman anche in privato, la cordialità non espansiva, la cultura classica dei professori di lettere che si formavano negli anni ’30 e ’40 del Novecento. Bufalino mi diceva che, a seguito della notorietà, ormai era oberato di richieste e impegni con articoli sui quotidiani, sceneggiature dai suoi romanzi e vari inviti. Ciò non accadde a Prati, documentarista e ottimo scrittore, che pubblicò in sordina pochi dei suoi romanzi e rimase nell’ombra degli ambienti fiorentini come le Comunità dell’Isolotto di Enzo Mazzi e della rivista Testimonianze di Ernesto Balducci. Nonostante il successo dei suoi documentari, non raggiunse la notorietà perché ai documentaristi non è concesso tale destino. Nei suoi numerosi documentari premiati e trasmessi più volte dalla Rai, c’è una grande attenzione alla memoria con notevoli documentazioni, spesso le uniche, su Firenze e alcuni personaggi come il pittore Rosai e l’architetto Michelucci, con i quali ci fu una lunga collaborazione. Prati è stato un esempio di grande passione civile e di rigoroso impegno culturale e sociale, dalle collaborazioni giovanili alle riviste letterarie e dalla continua produzione letteraria, alla passione per la storia e l’architettura di Firenze e alla assiduità nelle Comunità di Mazzi e Balducci. Ha partecipato con discrezione agli incontri con i miei amici storici dell’arte con i quali, nei primi anni ’90 del secolo scorso, si parlava di arte e di problematiche della conservazione e del restauro. Ha seguito tutte le “Conferenze internazionali sul restauro e la conservazione” che furono la conseguenza di quei numerosi dibattiti. Ed è stato un osservatore acuto e distaccato, con puntuali commenti fuori scena, mentre non pochi argomenti li aveva già anticipati con i suoi documentari.” (testo di Enzo D’Angelo)